Home sweet home... school sweet school!

Eccoci qua, ad una settimana dalla fine di un'avventura che ci ha senza dubbio cambiate.

Sì, perché rientrando in classe è stato per noi inevitabile confrontare la nostra realtà con quella appena lasciata.  Vedere i nostri ragazzi stretti stretti nei banchi fino a ridosso della cattedra e pensare a quegli ampi e attrezzati locali appena lasciati, vedere le nostre lavagne e pensare alle loro LIM e maxi Ipad,  ricordare la quantità di materiale di cartoleria a disposizione di alunni e docenti  e accontentarsi di penne e quaderni, sentire il traffico per strada e i clacson che suonano... non ci serve solo a considerare loro più fortunati (e soprattutto più sovvenzionati!) ma ci spinge a riflettere su quanto possiamo portare dal Nord Europa nella nostra isola, nelle nostre aule, ai nostri ragazzi che, lo diciamo a chiare lettere, tanto ci sono mancati. 

Impossibile pensare di poter sperimentare un metodo che nasce, si sviluppa e necessita, di un contesto sociale, politico e culturale troppo diverso dal nostro. 

Difficile pensare di poter importare il loro modello di lezione in cui l'insegnante è più tutor che docente nel senso etimologico del termine. 

Impossibile pensare di non poter e non voler cogliere spunti, prendere iniziative, trovare soluzioni che, nel lavoro quotidiano, possano aiutarci a rendere più autonomi, più indipendenti e sicuri nello studio i nostri ragazzi ( lo sappiamo che la scuola mira ormai da anni ad aiutare il discente ad acquisire competenze spendibili nel mondo del lavoro e non solo nozioni).

Per noi, quindi, questa esperienza di due mesi continua ogni giorno, nella ricerca di strategie, nel lavoro di programmazione, nella progettazione e nello sviluppo di idee nate da un confronto che ci ha arricchito e ci stimola inevitabilmente a migliorarci quotidianamente e condividere con i colleghi la nostra voglia di fare.
Nel frattempo auguriamo a tutti buona domenica ricordando le passeggiate nel verde ed i nostri teneri vicini di casa...