Reggio Emilia Approach

E mentre voi continuate ad assaporare un ultimo stralcio d'estate, noi qui gustiamo il primo freddo nordico..non vi dico come ci imbacucchiamo, soprattutto al mattino, quando la anche qui famosa  sciangazza ci fa compagnia verso scuola. 
In questi giorni tra una chiacchiera ed un'altra con il preside sul nostro percorso abbiamo scoperto che nutriti gruppi di insegnanti olandesi volano in Italia per apprendere il Reggio Emilia Approach. Noi non ne avevamo mai sentito parlare, ma lo ammettiamo....siamo state talmente orgogliose nel sentire che atterrano nel bel paese per apprendere un metodo, che abbiamo reagito lasciando intendere tutto il nostro spirito campanilista. Perché sia chiara una cosa: siamo affascinate dal mondo che stiamo osservando ma super convinte che la scuola italiana, nella fattispecie degli insegnanti, non sia da meno. Anzi, abbiamo deciso di sfidare tutti i docenti olandesi ad avere i nostri stessi risultati con le  mille difficoltà che ogni giorno affrontiamo.
Leggete però a cosa faceva riferimento il preside.
Il Reggio Emilia Approach è un tipo di approccio pedagogico per la scuola dell'infanzia, nato e sviluppato in Italia grazie a Loris Malaguzzi (1920 - 1994) negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale. 
Dopo aver ricevuto diversi premi, nel 1991 esce un articolo su Newsweek con elencate le prime 10 scuole migliori al mondo e quella di Malaguzzi si trova in prima posizione. Da allora il mondo intero ha iniziato ad interessarsi a questo metodo educativo che, da quanto leggiamo, in Italia non sembra aver preso piede al di fuori dell'Emilia Romagna, ma all'estero è molto diffuso, a partire dagli Stati Uniti, l'Australia, i Paesi Scandinavi, l'Olanda, il Giappone, il Vietnam, paesi dove ancora oggi continua ad essere oggetto di studio e ricerca.
Si tratta di una filosofia educativa che assegna un ruolo centrale al bambino come soggetto di precisi diritti, nel rispetto e nell'ascolto delle sue grandi potenzialità di sviluppo. La creatività del bambino è valorizzata dalla possibilità di sperimentare i suoi "cento linguaggi", di cui ogni essere umano è dotato attraverso il gioco, l'arte, la musica, la cucina.
 I principi su cui si basa l’approccio sono:
  • I bambini sono costruttori attivi delle proprie conoscenze, guidati dai propri interessi;
  • La conoscenza di sé e del mondo avviene e passa attraverso le relazioni con gli altri;
  • I bambini sono comunicatori: posseggono “100 linguaggi”;
  • Gli adulti sono aiutanti e guide nel processo di apprendimento.
È un approccio diverso dall'attuale sistema educativo - scolastico, in cui la scuola è concepita e percepita come luogo fisico dove si svolgono programmi didattici volti alla trasmissione di conoscenze, per gradi, ai bambini da parte degli adulti.
Particolare è la posizione dell'insegnante al quale viene chiesto di imparare a non insegnare ai bambini di più di quel che riescono ad imparare da soli.
Ed è proprio da quest'ultima frase che troviamo l'anello di congiunzione che ci rimanda al metodo Dalton.


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